Sunday 27 December 2009

I dieci dischi fondamentali di questo 2009


Lo so, sono stato assente per più di un anno. Ma quello dei 10 dischi imperdibili è un appuntamento al quale non posso proprio mancare. Ecco dunque una lista dettagliata, dacchè una molto stringata l'ho pubblicata su facebook qualche tempo fa, dei 10 dischi che più di altri mi hanno fatto compagnia in questo 2009 ormai agli sgoccioli. Da notare che l'ordine corrisponde alla pura casualità.

- ...Trail of Dead: The Century of Self. Un ritorno in grande stile per la band di Austin, che dopo il poco ispirato So Divided sembrava aver imboccato l'inesorabile viale del tramonto. The Century of Self presenta invece una serie di brani dalla qualità alta, se non altissima, con vette inarrivabili in Isis Unveiled, Bells of Creation e Halcyon Days. Epico.

- Pearl Jam: Backspacer. Un altro gruppo che non mi aveva particolarmente entusiasmato con le sue ultime due uscite. Ed una certa tristezza cominciava a sopraffarmi, dato che i Pearl Jam...beh, sono i Pearl Jam, mi accompagnano dalla mia adolescenza e vederli perdere vigore e compattezza mi lasciava quantomeno malinconico. Backspacer è riuscito a spazzar via tutta la malinconia, riportando i cinque di Seattle a vette degne del loro nome: una mazzata rock miscelata alla mai sopita indole punk, con poche concessioni al lato più quieto. Vigoroso.

- Black Joe Lewis: Tell 'em what your Name is. Il 2008 aveva visto l'avvento di quel fenomeno del nuovo soul (anche se le sonorità erano assolutamente vintage) che risponde al nome di Eli Paperboy Reed. Il 2009 ha salutato l'altrettanto vivace e giovanissimo Black Joe Lewis. Meno delicato e sofisticato del collega, il buon Lewis si presenta con una pepatissima miscela a metà strada tra la Stax e l'Atlantic, con Wilson Pickett che duetta amabilmente con James Brown con la benedizione di Otis Redding. Fenomenale.

- Great Lake Swimmers: Lost Channels. Questi sono gli album che non mi stancherò mai di ascoltare, tanta è la passione e l'amore per i dettagli che mettono in mostra. Senza contare una qualità altissima a livello di songwriting ed un potere evocativo che raramente si incontra nelle produzioni odierne. Folk rurale vestito di indie, da ascoltare preferibilmente al tramonto, quando la distanza tra il dì e la notte si fa impercettibile. Sognante.

- Jeffrey Lewis and The Junkyard: 'Em are I. Cantautore con trascorsi punk proveniente dal giro del no folk della Grande Mela, quello in cui sono sbocciati i Moldy Peaches e Adam Green, tanto per intenderci, dal talento ironico ed obliquo. Questo album mette in fila deliziosi momenti di indie alternative folk con una perla come Roll Bus Roll che, almeno per me, è senza dubbio LA canzone del 2009. Rilassante.

- Radio Moscow: Brain Cycles. Una vera e propria sorpresa, sebbene siano al secondo album. Scoperto dal buon Dan Auerbach dei Black Keys, questo duo (che dal vivo si tramuta in trio) è dedito ad un blues rock dalle forti ascendenze hard, a metà strada tra le divagazioni Hendrixiane ed il roccioso sound del primo Zeppelin. Esplosivo.

- Alela Diane: To be Still. Una delle più belle voci del folk femminile contemporaneo alle prese con il secondo disco, dopo l'eccellente debutto The Pirate's Gospel. Meno spoglio dell'esordio, ma altrettanto ispirato, To be Still mette i fila una serie di brani dal sapore ancestrale, che ci portano nel cuore di un'America fatta di pionieri e di falò notturni, di torrenti che scorrono limpidi e di natura selvaggia. Evocativo.

- Woodpigeon: Treasury Library Canada. Eccellente debutto di una delle più promettenti formazioni indie attualmente in circolazione, tra richiami agli Shins e riflessi dei primi Radiohead. E con Piano Pieces for Adult Beginners avrebbero a bordo un pezzo da alta classifica, se i gusti dell'ascoltatore medio non fossero corrotti da tante porcherie radiofoniche. Vivace.

- Bob Log III: My Shit is Perfect. Con un titolo del genere non ci si può certo aspettare un disco riflessivo o particolarmente colto. Ma il rock n' roll è anche cazzeggio e delirio, ed il buon Bob in questo è maestro. Titolare di una formidabile one-man band, il folle che in concerto indossa un casco da aviatore con un microfono montato al suo interno ha un talento innato per brani che miscelano blues, garage e punk, sostenuti da ritmiche possenti ed accordi taglienti. Sporco.

- Franz Ferdinand: Tonight. Un grande ritorno per il quartetto scozzese, con pochi cambiamenti ma con il solito talento nel comporre canzoni che (citando Alex Kapranos, leader e cantante della band) "facciano muovere il culo alle ragazze". Ulysses, No You Girls e Lucid Dreams sono perfetti poemi pop condensati in poco più di tre minuti. Sculettante.

2 comments:

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