Tuesday 26 December 2006

Wire, la bandiera rosa sventola ancora


I cari vecchi Wire, ed il loro incredibile capolavoro Pink Flag. Ai tempi, i tempi in cui il punk seppelliva il passato a suon di rabbia, furore e nichilismo, erano gruppi come Sex Pistols, Clash o Damned ad essere acclamati dai giovani e destestati dagli adulti (un po' come accadde negli anni '50 con l'avvento prepotente del rock n' roll). I Wire se ne restarono sempre un po' in disparte, e oggigiorno in pochi ne ricordano l'esistenza; ma questo loro debutto, datato 1977, l'anno del sacro fuoco del punk, resta difficilmente superabile. Laddove certe cose dei Sex Pistols, riascoltate oggi, posson far sorridere l'ascoltatore nella loro ingenuità, i brani di questo album, tutti della durata di pochi, pochissimi minuti, salvo alcune eccezioni, restano scolpiti nella roccia, indifferenti al passare degli anni e dei decenni. Perle come Field Day for the Sundays, Three Girl Rumba, Ex Lion Tamer, Strange (ripresa, quasi dieci anni dopo, dai Rem), Mannequin e Champs sono dei classici istantanei che difficilmente si staccano dalla corteccia cerebrale di chi li ascolta.
Da qualche tempo l'album è stato ristampato con una considerevole quantità di bonus tracks; secondo me è un'occasione imperdibile, per chi non l'avesse ancora fatto, per catapultarsi nell'universo Wire, il godimento sonoro è una garanzia senza limiti di tempo.

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