Thursday 26 April 2007

The Black Keys: il sapore del blues e del garage

Ho scoperto questo eccezionale duo circa tre anni fa, grazie alle parole d'elogio espresse da un certo Robert Plant (insomma, non proprio l'ultimo arrivato in fatto di musica, blues in particolare); mi ci sono avvicinato con l'ottimo Thickfreakness, del 2003, pubblicato su Fatpossum, che ha poi sfornato l'incredibile Rubber Factory solo un anno dopo e, per chiudere il contratto, i due hanno inciso sei brani del compianto Junior Kimbrough tributandogli l'onore che merita (e che spesso viene dimenticato), nell'ep Chulahoma, faccenda di un annetto fa.


Magic Potion è il loro ultimo lavoro in ordine di tempo; uscito nell'estate 2006 ha accompagnato, col suo vibe blueseggiante sporcato del garage rock più primordiale, le mie giornate d'agosto. Il suono del duo (Dan Auerbach: chitarra e voce, Patrick Carney: batteria) si è fatto più denso, coeso, non togliendo però nulla alla freschezza selvaggia di composizioni come Your Touch, Just a Little Heat, Strange Desire e l'incredibile Modern Times.


Con la ballata You are the One i Black Keys sembrano addirittura voler omaggiare il signor Hendrix, tanto il giro di Auerbach sembra essersi plasmato sulle note dell'immortale Little Wing del Maestro.


Più vicini agli anni settanta che non alle sfuriate soniche del decennio precedente, i due hanno sfornato un (ennesimo) capolavoro, che, seppur non aggiungendo nulla di nuovo al panorama rock odierno, lo delizia con (pochi) minuti di musica decisamente eccitanti.

2 comments:

Anonymous said...

ma lo sai che mi sono registrata, ma non mi accetta la password? mah... non capisco...
comunque, ora che hai messo la nuova opzione, poco importa...
io ovviamente qui farò la figura della scema, dato che conosco ben poco di quello che presenti, ma va beh... =)

romilar said...

ottimo album davvero! l'ultimo attack & release l'hai sentito? non mi sembra avere la stessa vena, l'ho trovato un pò più molle anche se ha un sound sempre affascinante