Ne é passato di tempo dal mio ultimo post. In effetti, senza piu' internet a casa era assai difficile tenere aggiornato il blog; vabbé, spero di non assentarmi piu' tanto a lungo.
Per inaugurare la primavera ho pensato di celebrare il ritorno dei Kings Of Leon, un gruppo i cui primi due dischi mi avevano molto colpito e coinvolto, nonostante il fatto che di nuovo, sotto il sole, non ci fosse molto.
Se su Youth & Young Manhood i tre fratelli piu' cugino sembravano una sorta di versione punk dei Creedence Clearwater Revival, sul successivo Aha Shake Heartbreak il sound cominciava a farsi piu' personale, influenzato da una certa vena metropolitana cara agli Strokes, sempre e comunque dominato dall'inconfondibile voce di Caleb Followill.
Brani come Holy Roller Novocaine e California Waiting, dal primo lavoro, o Bucket e Taper Jean Girl dal secondo hanno il sapore dei classici, almeno per il sottoscritto.
Il 30 marzo è uscito, finalmente, direi, dato che l'attesa durava dal 2004, il terzo album del quartetto, Because of the Times; ammetto di non averne avuto che un rapido assaggio, in attesa che il postino mi consegni l'agognato pacchetto, ma l'impressione è che i Kings stiano completando una maturazione che, nel prossimo futuro, potrebbe regalarci tante soddisfazioni musicali. Incrociamo le dita...
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