Monday 4 June 2007

High Fidelity: la musica che si specchia nella vita

L'altro giorno ho riguardato, per la milionesima volta, credo, High Fidelity, splendido film di Stephen Frears tratto dall' omonimo romanzo di quel grandissimo autore che risponde al nome di Nick Hornby. E' uno dei miei film preferiti, per una moltitudine di motivi: innanzitutto, se le prime note che escono dalle casse sono quelle di You're gonna miss me, dei 13th Floor Elevators, la pellicola già si ritaglia uno spazio di primo piano nel mio cuore. L'intera storia ruota poi intorno alla musica e all'amore, visto dal punto di vista maschile, per cui non faccio fatica ad identificarmici, anzi; Rob, il personaggio principale, potrei essere io, o quasi. Adora la musica, vive per essa, fa(ceva) il dj e registra compilation per le ragazze che gli piacciono, si ubriaca malamente per le sue pene d'amore e si pente degli errori commessi, ma solo quando, ormai, è troppo tardi...

Poi c'è Jack Black, e Jack Black, per quanto in molti lo possano ritenere un idiota, è un idolo, sopratutto nei panni di Barry, intransigente e rissoso freak musicale da antologia. Anche in lui mi rivedo, almeno in parte.

Ma, sopratutto, High Fidelity è un'analisi perfetta della complessa ed incomprensibile (spesso, perlomeno) natura del rapporto uomo-donna, dei suoi malintesi, fraintendimenti, delle sue bugie o cose non dette, del dolore e della gioia che sa regalare, dell'odio e della rabbia che, a volte, ne scaturiscono. Come detto,mi ci identifico, forse mai come in questo frangente di vita...

1 comment:

Anonymous said...

ma il tipo nelle foto è hugh jackman?